Era il 22 Febbraio… ma di 28 anni fa.
Sono andato a riesumare gli appunti di quei giorni in Iraq. Voglio condividerli con voi
“È il 22 febbraio 1991, siamo a Al Dhafra, una base militare nel deserto degli Emirati Arabi, nei dintorni di Abu Dhabi. Viviamo nei container tra le dune, ma non stiamo male… gli americani, poveracci, solo tende e scatolette!! Le missioni hanno un tempo di preparazione di 48 h, quindi ogni equipaggio di ciascun Gruppo di volo (Linci, Diavoli e Pantere) vola ogni 3 giorni. Il quartier generale di Desert Storm è a Riyadh, in Arabia Saudita, il capo è il Gen. Schwarzkopf, per noi c’è il Gen. Arpino.”
ORA X – 44H ALLO SGANCIO Riyadh ci anticipa quale sarà il nostro prossimo TGT (obiettivo). Si tratta di una colonna di mezzi in movimento verso la costa. La trappola messa a punto dal Comando Alleato, quella di far credere a un imminente sbarco della coalizione nelle spiagge nel nord del Kuwait occupato dall’Iraq, sta funzionando. Ingenti quantità di uomini e mezzi iracheni stanno confluendo per far fronte a questo sbarco che non ci sarà mai. Posizioniamo immediatamente il TGT sulla grande mappa dove viene aggiornata continuamente la situazione delle difese nemiche, un gran numero di cerchi e cerchietti identificano ciascuno il raggio d’azione dell’arma su cui sono centrati. Dovremo avvicinarci dal mare, volando accanto all’isola Faiylaka. Fino a pochi giorni fa l’isola era in mano agli iracheni, ma i Marines, per dar corpo all’idea dello sbarco, l’hanno conquistata in poche ore. Viene decisa l’area di rifornimento che vorremmo utilizzare e lo comunichiamo al nostro rappresentante a Riyadh, il quale cercherà di farcela assegnare insieme a un’adeguata scorta e mix di supporto per tenere quieti i radar nemici. Verifichiamo ancora una volta armi, tempi e carburante… No, non manca niente: accettiamo il TGT e per i dettagli rimandiamo a domani pomeriggio quando faremo la pianificazione vera e propria.
ORA X – 31H Prima dell’alba arriva l’ordine di mix definitivo per la nostra missione e con esso tutti i dettagli relativi a rotte di ingresso e uscita, aree di rifornimento, frequenze, quota, scorta, ecc… E’ il Leader della formazione che normalmente viene svegliato dall’ufficiale che presta servizio H-24 presso la nostra Sala Comando allestita in un hangar per gentile concessione degli Emirati. Perché svegliare tutti? Fa freddo e solo se ci fossero grosse novità rispetto al giorno prima si renderebbe necessario l’aiuto di altri due o tre membri d’equipaggio (i più anziani). Comunque le novità sono poche, letto l’ordine di mix si torna sotto le 3 coperte per altre 4 o 5 ore di sonno.
ORA X – 19H Tutta la formazione si riunisce per pianificare la missione e per la prima volta viene enunciata nei minimi dettagli a tutti gli interessati. Solita mappa dell’area delle operazioni appesa al muro, solita bacchetta che punta prima il TGT, poi le difese nei dintorni, quindi l’area di rifornimento scelta. Velocemente la bacchetta corre lungo la rotta che seguiremo da Abu Dhabi fino in Kuwait per raggiungere l’area delle operazioni assegnata. La rotta è più o meno simile per tutte le missioni, solo nell’ultima parte è diversa a seconda del TGT da colpire e della sua posizione aggiornata. Vengono suddivisi i compiti: • un paio di navigatori preparano la rotta fino all’area di rifornimento finale e le cartine per gli equipaggi. • I due piloti più anziani pianificano l’attacco, coadiuvati dal navigatore più anziano per la scelta dei punti più radarabili utili per il puntamento finale. • Altri verificano le minacce lungo la rotta, preparano i cartellini con frequenze e codici IFF, infine consegnano agli specialisti il codice anti jamming per le radio “Have quick”.
ORA X – 15H Tutto è a posto e pronto per l’indomani mattina. Si va a cena (non più di un bicchiere di vino…magari due) e a nanna subito dopo “Carosello” (che per noi è il de-briefing delle 19:00 trasmesso dalla CNN da Riyadh). Ora si dorme quasi tranquilli, siamo ormai “veterani” e il nodo che prendeva allo stomaco, il senso di nausea delle prime mix si è sciolto per far posto a una sorta di “speriamo bene”.
ORA X – 5h Sveglia (ero già sveglio…): tuta, calze, scarponi, giubbotto.
ORA X – 4h15’ Briefing: ci raccontiamo tutto! Ora X – 2h45’ Siamo pronti: l’Ufficiale Intelligence (il “Tella”…come chiamiamo il buon Tellarini) ci aggiorna sull’ultimo ordine di battaglia e verifichiamo che la nuova situazione delle difese nemiche sia compatibile con la nostra rotta. Durante la notte sono state distrutte altre due rampe SCUD dagli Eagles (F-15), mentre i Wild Weasel (F-4) hanno seccato due SAM 6 e un SAM 2, un secondo SAM 2 è risultato essere un decoy, cioè finto. Infine è comparso un SAM 2 vicino al nostro TGTe dovremo tenerne conto. Il nostro nominativo è “Legion”, mentre quello dei rifornitori che ci accompagneranno nella prima parte del volo si chiameranno “Caesar” e ci daranno il carburante necessario per arrivare fino al rifornitore KC-135 americano (un Boeing 707 convertito in aerocisterna), con lui faremo il pieno prima di iniziare il run-in d’attacco in territorio Kuwaitiano. Ritiriamo la Beretta d’ordinanza e il pacchetto “survival”… ci sono anche alcune sterline d’oro per eventuali “commissioni”, secumar, casco e VIA!! APU in moto, generatore ON ed iniziano i controlli prevolo. Nel frattempo l’Ufficiale Intelligence americano consegna ai nostri specialisti il codice IFF Mode 4, che viene tempestivamente inserito. Il Mode 4 è valido per lo stretto tempo di durata della missione e ci renderà “friend” ai radar alleati che sorvoleremo. Tutto avviene senza intoppi e al tempo prefissato, né un secondo prima né un secondo dopo, rulliamo verso la piazzola dove verranno armati i due cannoni Mauser 27 mm con 360 colpi, i due AIM 9/L Sidewinder e le 5 MK-83FF (Free Fall) da 500 kg l’una che dovremo sganciare (2 con spoletta di prossimità per un air burst e 3 per esplosione a contatto). Anche il rullaggio è sincronizzato con le altre missioni che partono da Al Dhafra e così ci troviamo con una formazione di 6 F-16 davanti ed altri 6 dietro e mentre decollano i Mirage 2000 di chi ci ospita, il lungo trenino composto dai nostri 7 Tornado e i 12 F-16 procede ordinatamente verso il punto attesa.
Tocca a noi.
I primi a decollare sono i due Tornado tanker Buddy-Buddy seguiti da due Tornado Strike. Quindici minuti dopo decolla il 3° Tornado rifornitore e gli altri due Strike. In questo modo la prima coppia completa il rifornimento avendo a disposizione due rifornitori, uno titolare e uno di riserva; se tutto va liscio la riserva può tornare indietro ed intercettare la seconda coppia (100 miglia dietro) proprio quando sta iniziando le procedure di rifornimento con il suo Buddy-Buddy titolare, pronta a subentrare nel caso ci fossero problemi tecnici. Tutto OK. Ultimato anche il rifornimento della seconda formazione, i 3 Buddy’s tornano alla base: il loro lavoro è finito e possono rilassarsi. Noi invece proseguiamo in 2 coppie separate verso l’orbita del nostro KC-135, oggi dovrebbe esserci “Illinois” o “Kentucky”. Sorvoliamo il Qatar, poi di nuovo sul mare; a destra le coste iraniane, a sinistra il Bahrain, l’Arabia Saudita e sotto le navi della Coalizione che interrogano in continuazione il nostro IFF, il quale risponde “friend friend– non sparate!” come indica una rassicurante luce verde accesa sul pannello. Di fronte a noi il Kuwait, l’Iraq, la contraerea, i missili….. più lontano, molto più a nord c’è casa…. figli, moglie, parenti e amici. E’ il momento di contattare il grande “Capo Navale” Red Crown per dirgli chi siamo, dove stiamo andando e che stiamo per sorvolare la loro zona… così, tanto per stare sul sicuro; subito dopo passiamo sulla Brown 7, la frequenza assegnataci da Riyadh per contattare l’ABCCC (Airborne Command Control and Communication), un C-130 che ha la funzione di coordinare attaccanti e tankers in volo. ABCCC conferma che avremo il tanker promessoci nell’ordine di missione, ma non sarà lì dove era previsto. Ci passa le nuove coordinate e la nuova quota di rendez-vous: 14.000ft anziché 16.000ft, causa maltempo nel punto previsto. In effetti il tempo non è un granché, stiamo volando a circa 16.000ft con la coda vicinissima allo strato superiore delle nubi. Il mare lì sotto si intravede solo a tratti… e davanti sembra anche peggio.
Ora ho un nuovo Navigatore. Il “Coccio” l’ho perso, abbattuto nella prima missione con il “Puffo” e ora ho il “Sampa” che inserisce le coordinate aggiornate e scopriamo che ci siamo quasi: il Tanker è 60 nm più a sud, vicino ad una isoletta sperduta e probabilmente disabitata. Un’occhiata al radar conferma che ci sono piovaschi anche nella nuova area, dov’era prima probabilmente è anche peggio. Inseriamo il canale TCN A/A per avere la distanza dal tanker: 28 Nm. Dovrebbe essere a 14.000ft, quindi scendiamo a 12.000ft per acquisirlo meglio visivamente. Abbiamo anche un contatto radar che corrisponde alla posizione del tanker, dovrebbe essere proprio lui. A 10 Nm dal nuovo punto di rendez-vous dobbiamo fare lo slalom fra qualche piovasco, immagino che per il rifornimento ci sarà da soffrire per via della turbolenza. “TALLY-HO! Ore 10 più alto” è lui… ma sono in due? Tagliamo la sua orbita portandoci un paio di miglia dietro con le ali aperte a 25° e saliamo alla sua quota ricongiungendo sulla sua ala destra in “loose formation” (formazione comoda). L’altro è un vecchio Victor inglese, cerca di agganciare lo scomodo cestino in fondo al corto tubo attaccato alla sonda del KC-135 che normalmente usano per i velivoli USAF…. pessima soluzione. Il Victor, dopo vari tentativi, se ne va senza successo e così tocca a noi. Il KC-135 ha il nome scritto sulla coda, è “Illinois”, subito ribattezzata “Lilly Noise” (Rumorosa Lilly), dato che ha ancora i vecchi motori, meno panciuti e meno silenziosi dei nuovi motori che equipaggiano altri B-707. Comunque l’abbiamo trovato e ora viene il bello! E infatti… fra scosse di turbolenza e virate a DX e a SX per evitare i piovaschi più forti, i tre metri scarsi di tubo ai quali è attaccato il cestino diventano nemici e difficili da gestire… inoltre il travaso è lento, lentissimo…. e la difficoltà fa “rallentare” ulteriormente il travaso.
Per due volte mi sono sganciato e riagganciato per le improvvise variazioni di assetto; comunque niente di rotto e abbiamo “fatto il pieno”, tocca agli altri soffrire….. e io guardo! La seconda formazione arriva dopo 15 minuti e può iniziare subito a rifornire, dato che i primi stanno terminando. Completato il primo giro di rifornimento, aspettiamo il push-in time, l’orario della nostra “finestra” entro la quale dobbiamo iniziare e terminare l’attacco lasciando libera l’area alle formazioni successive in arrivo, 10 minuti in tutto.
ORA X – 30′ Cominciamo il secondo giro di rifornimento per rabboccare i serbatoi e poter tornare a casa dopo l’attacco senza bisogno di fare altri rifornimenti, oppure avere l’extra necessario in caso d’ingaggio con sistemi d’arma nemici (in posizione COMBAT, i 2 turbofan Roll Royce RB-199 si ciucciano 600-700 kg di carburante….al MINUTO!!!), in questo caso non avremmo il carburante necessario per tornare a “casa” e saremmo costretti a dirottare all’alternato, Bahrain o Darham dove piovono gli SCUD!… e siamo senza maschere NBC (si sa che in fatto di attrezzature siamo sempre stati spilorci). Finito il secondo giro di rifornimento ci avviciniamo all’IP (Initial Point) per iniziare l’attacco; il computer di bordo proietta sul Head-Up display l’informazione se siamo in anticipo o in ritardo, di conseguenza si regola velocità e tragitto per poter rispettare i tempi al secondo preciso. Puntiamo a sud dell’isola appena riconquistata e mano a mano che ci avviciniamo l’RWR (Radar Warning Receiver) si anima sempre più, anche se per brevi istanti. E’ il momento! Passiamo sulla “Red 4″, la frequenza di contatto con l’AWACS che ci conferma l’obiettivo e l’autorizzazione all’ingresso in area nemica. Inseriamo la post-combustione per accelerare alla velocità d’attacco… così facciamo anche meno fumo, che non guasta. Stabilizzati sulla rotta d’attacco a 540 Kts, ali chiuse alla freccia massima di 67°, ci concentriamo sulla ricerca di eventuali missili in volo e sull’ RWR. Iniziamo i controlli pre-attacco: • ECM: ACTIVE • ANTICOLLISION: OFF • BOMBS: ARMED • SAFETY: REMOVED • IFF: OK • TCN e Rad Alt: OFF (… per ridurre l’emissione …) • CHAFFS e FLARES: SELECTED/AUTO Tutto a posto, è ora di cercare l’obiettivo, il TGT. “Sampa” si dà da fare con il radar per cercare i punti studiati a terra per il puntamento e, dopo poche correzioni, siamo sicuri di aver individuato quello che cerchiamo. -30 sec allo sgancio Un SAM 6 si è fatto vivo sull’RWR, viro per metterlo a ore 9 ed annullare l’effetto Doppler sul quale si basa il suo sistema di guida, contemporaneamente le ECM trasmettono falsi echi e per sparire…spariamo qualche nuvoletta di chaffs dai due contenitori BOZ sub-alari. In pochi secondi il radar di ricerca del SAM 6 va in confusione e ci perde, posso tornare con il muso verso il TGT. Guardo gli altri un miglio più in là e più indietro che si agitano, ma poi anche loro tornano a puntare verso il TGT. -20 sec allo sgancio Sotto è praticamente coperto dal gran fumo dei pozzi incendiati e alte nubi torreggiano tutto intorno. -10 sec allo sgancio Un radar SAM 2 ci ha collimato per un paio di secondi e poi niente: non sappiamo se abbiano lanciato o meno. Prima lanciano il missile e per paura di prendersi una “supposta” dai Wild Weasel (armati con missili che risalgono le emissioni radar) lo spengono e lasciano il missile senza guida… successivamente riaccendono il radar per qualche secondo e danno rapide istruzioni al missile già in volo per aggiornargli la posizione dei velivoli nemici (cioè NOI!). L’effetto finale è alquanto inefficace, comunque occhio alle scie che arrivano da sopra… e infatti eccolo lì, sembra dirigersi verso la coppia che ci segue, ma ha un andamento poco convinto… sale lasciando una grossa scia biancastra, poi scende ed effettua rapidi cambi di direzione, ma solo vagamente sembra dirigersi verso la nostra formazione, poi lo perdiamo mentre si allontana senza guida diretto chissà dove…. -5 sec allo sgancio Il “Sampa” incalza che ci siamo, è quindi ora di schiacciare quel bottone rosso sulla cloche: COMMIT. È lui che dà il consenso al computer per sganciare le bombe al momento giusto!
E il momento arriva: con cadenza prefissata di pochi millesimi di secondo sento le cinque bombe staccarsi dall’aereo… …TUMP…TUMP…TUMP…TUMP…TUMP Guardo il mio gregario a meno di 1 miglio in “line abreast” che ha sganciato anche lui, seguo brevemente le sue cinque MK83….e poi? …e poi rientro!! Viriamo a destra per lo scampo verso “casa”, solo un paio di minuti (lunghi) e siamo fuori pericolo. Ali a 45° per la crociera veloce. Ora si respira, qualche battuta sulla frequenza di Gruppo… ora si può ed è tutto alle nostre spalle, lontano, come se non fosse successo niente, l’adrenalina, piano-piano, torna a valori normali. Strana-mente: dalla quiete alla tempesta… e dalla tempesta alla quiete, il tutto in 5 minuti.
Il rientro è senza storia, qualcuno fa qualche foto con la data sovra-impressa, così potrà raccontare: “Io c’ero!”… e in effetti c’ero.
E la prossima missione?…lontana anche quella, si vedrà.
Roberto Marinelli (Bob Marinazz)